Marisa Sannia (Iglesias, 15 febbraio 1947 – Cagliari, 14 aprile 2008) iniziò la sua carriera musicale nei primi anni sessanta, da voce femminile di un gruppo musicale cagliaritano, “I Principi”; seconda classificata in un concorso nazionale per voci nuove indetto dalla Fonit Cetra.
Il concorso si svolse presso la sede Rai di Cagliari dove, accompagnata alla chitarra da Roberto Casti e Pasqualino Cao, presentò la canzone di Salvatore Adamo Perduto amor: a giudicarla era presente il Maestro Bruno Canfora.Nel frattempo continuava regolarmente la sua attività di giocatrice di basket, prima nella Karalis (da cui arriva alla Nazionale italiana che partecipa ai Campionati Europei Juniores del 1965, in Bulgaria), poi nel CUS Cagliari Pallacanestro, dove buona parte della Karalis era convogliata.Dopo aver vinto il concorso nazionale Rai per voci nuove, ottenne un contratto discografico quadriennale dalla Fonit Cetra. Convocata dalla casa discografica a Roma, il suo talento venne notato dal giurato Sergio Endrigo, con cui stabilì uno speciale rapporto destinato a durare per tutto il resto della vita, e Luis Enriquez Bacalov; i due compongono per lei il pezzo d’esordio discografico Tutto o niente, promuovendo la sua partecipazione, nell’autunno del 1966, all’edizione di quell’anno di Canzonissima (titolo Scala reale). Prima della fine dell’anno, la Sannia lanciò anche, nei modi adolescenziali di unaFrançoise Hardy o Gigliola Cinquetti, Dai di Canfora e Lina Wertmüller, registrata a Parigi nel novembre 1966 in una puntata del programma televisivo Chez Vous che venne poi trasmessa dalla Rai nel maggio dell’anno successivo, e un altro brano composto da Endrigo, Una cartolina, canzone natalizia che si guadagnò un buon numero di passaggi radiofonici e alla televisione (Veglia di Natale, 24 dicembre 1966).La rinuncia al Festival di Sanremo 1967, dove la Fonit Cetra avrebbe voluto farla partecipare in coppia con l’altro giovane su cui puntava in quel momento, Gianni Pettenati, non le impedisce di essere compresa fra gli interpreti dell’album 14 canzoni di Sanremo ’67, dove propone C’é chi spera, il pezzo cantato nella manifestazione da Riki Maiocchi e Marianne Faithfull. Con la canzone Lo sappiamo noi due (parole di Sergio Bardotti, musica di Endrigo,inserita nel repertorio delle canzoni del Monoscopio Rai, insieme ad altri brani di successo come Sono Innamorata,ma non tanto), che era stata proposta in uno special per la trasmissione televisiva Giovani (5 aprile 1967) e aveva fatto da titolo a un’altra musicale dedicata a Torino (3 luglio), la Sannia partecipò anche all’edizione 1967 di Canzonissima (titolo Partitissima).Importante, nell’ascesa della cantante, risultò anche l’affermazione conseguita al Festivalbar dell’estate 1967, dove, conSarai fiero di me si classificò terza nel girone Giovani e vinse il premio della critica discografica. Proprio la notorietà ricevuta dalle gare canore come dalle trasmissioni televisive e radiofoniche, le consentì di recitare nel ruolo di protagonista, sempre nel 1967, in due musicarelli, entrambi comprendenti la canzone Sarai fiero di me: I ragazzi di Bandiera Gialla e Stasera mi butto, al fianco di Giancarlo Giannini.
Nel 1968 Marisa Sannia si classificò seconda al Festival di Sanremo con Casa bianca, composta da Don Backy e cantata in coppia con Ornella Vanoni, che venderà oltre 500.000 copie, venendo inserita nella colonna sonora del film Alfredo Alfredo di Pietro Germi. Nell’estate di quell’anno rilancia Non è questo l’addio, già incisa insieme a Sono innamorata (ma non tanto), proponendo anche Io ti sento, brano composto da Armando Trovajoli per la colonna sonora del film di Dino Risi “Straziami, ma di baci saziami”, e “Colpo di vento”, sigla finale del programma televisivo “Ciao Mamma”. Diventò nel contempo la testimone pubblicitaria, anche televisiva, di una nota azienda dolciaria dell’epoca, a cui rimase legata per qualche anno. Sempre nel 1968, Marisa Sannia pubblicò il suo primo album a 33 giri, comprendente 10 brani. Non mancarono, prima e dopo il passaggio alla casa discografica CGD (1969), altri 45 giri di successo come Una donna sola, Una lacrima, La playa/E se qualcuno s’innamorerà di me e molte altre.Numerose, fra la fine dei sessanta e i primi anni settanta, le partecipazioni della Sannia alle manifestazioni canore, come alle già citate Canzonissima, fra il 1968 e il 1973, e Mostra Internazionale di Venezia (1968, 1969, 1971), Una Canzone per l’Europa a Lugano, nel 1969, Festival di Varadero a Cuba e Expo’70 a Osaka, entrambi nel 1970, Festival di Spalato, nel1971, e nuovamente Sanremo nel 1970 e nel 1971, presentando in tali occasioni molte delle canzoni sopra nominate. Nel suo repertorio, di facile ascolto in molti dei suoi brani più noti, la Sannia non mancò comunque di sperimentare la canzone pop d’autore, talvolta anche a scapito del successo, cosa che la porterà a incidere brani, oltre che di Endrigo, a cui dedicò il suo secondo album (Marisa Sannia canta Sergio Endrigo e le sue canzoni, 1970), e Bacalov, di Vecchioni, De Gregori, Lauzi, Minghi, de Moraes, De Angelis e altri. Grazie alla sua avvenenza, poi, la Sannia ebbe modo di apparire in numerose riviste illustrate anche in veste di indossatrice, fotomodella e, più raramente, interprete di fotoromanzi (l’ultima apparizione in questa veste, sul mensile “Sogno Oscar”, n.304, risale al 1973). Nel frattempo, si sposò mediante rito civile a Cagliari, nel settembre 1969.
Nei primi anni settanta, percependo il graduale esaurimento della sua stagione canora più fortunata, la Sannia si dedicò anche al teatro, partecipando a due musical (“opere-folk”, vennero chiamate dal loro ideatore, Tony Cucchiara, conosciuto dalla cantante ai tempi di Settevoci) di notevole successo, Caino e Abele, 1973, trasmesso dalla RAI nell’aprile 1974, eStorie di periferia, 1975. Dal punto di vista discografico, è il momento dell’interesse per il tema infantile, da cui scaturisce sia la partecipazione, di nuovo sotto l’ala protettrice di Sergio Endrigo, all’album L’Arca (1973), una raccolta di canzoni di Vinicius de Moraes, di cui interpreta i brani Il gatto e Il pinguino,presenti nelle raccolte del Monoscopio Rai, sia un 33 giri, sempre del 1973, di canzoni tratte dai film diWalt Disney, intitolato Marisa nel Paese delle Meraviglie. Sempre all’interno delle raccolte musicali del monoscopio in quegli anni troviamo anche E’la mia terra e Quante Storie per un fiore. Teatro e infanzia compensano, in questi anni, l’insofferenza crescente della cantante per l’industria della canzone.Nel 1976 la Sannia pubblicò la sua prima raccolta come cantautrice. Nel dicembre 1976, a Cagliari nasce una figlia: è l’occasione propizia che convince la Sannia a rinunciare alla ribalta, fatta eccezione per una trasmissione di Radio Sardegna di cui è la co-conduttrice (Ore 11.30, con Paolo Pillonca, 1977).
All’inizio degli anni ottanta, la ritroviamo recitare in un ruolo minore nello sceneggiato televisivo George Sand, accanto a Giorgio Albertazzi, Anna Proclemer e Paola Borboni, e fra i danzatori del film di Pupi Avati Aiutami a sognare. Il 1984 è l’anno del poco soddisfacente ritorno a Sanremo con Amore amore, che le permise comunque di partecipare a qualche rievocazione televisiva della musica del passato, a cui, però, seguì un lungo periodo di lontananza dalle scene.